Chi siamo

T¥RSO è un collettivo musicale aperto nato dall’idea di Luca Barachetti e Alexandra Lagorio. Il nome nasce da un passaggio del “De Rerum Natura” di Lucrezio (“Non mi sfugge quanto l’argomento sia oscuro, sennonché, con l’acuto / suo tirso, una grande speranza di gloria ha colpito il mio cuore”, “La natura delle cose”, Feltrinelli, traduzione di Ugo Dotti) e il tirso è il bastone sacro di Dioniso, simbolo di fecondità e generazione.

La ¥ che sostituisce la i nel nome T¥RSO è il simbolo di due valute: quella dello yuan cinese e dello yen giapponese. L’idea di inserire un segno economico decontestualizzandolo dall’ambito capitalistico e inserendolo in una parola che si rifà alla vita, alla natura e alla fecondità racconta in modo ambiguo e vacante la volontà di T¥RSO.

Cioè quella di essere un collettivo musicale aperto che vuole tornare a un’idea essenziale e piacevole di musica, lontana dalle logiche del mercato, dalle piattaforme che fondono il valore artistico di un singolo brano in un flusso continuo e annichiliscono il desiderio – che è alla base della fruizione gioiosa di ogni forma d’arte – a favore di una pornografia del tutto e subito che cancella il lavoro, l’intenzione, la storicità e la passione della musica e di chi la fa.

T¥RSO cerca un’altra idea di musica, poco prodotta e pensata a tavolino, ma estremamente tesa ad un oltre generativo e imprevedibile, sia nell’esecuzione che nell’utilizzo di strumenti musicali canonici e non. Sostituendo così il profitto con la possibilità e la competizione con il legame.

T¥RSO, in altre parole, è un organismo cangiante, che di volta in volta ospita uno, due o più musicisti e artisti di altre forme di espressione, accogliendo ogni genere, provenienza e sensibilità musicale e non. Secondo il piacere di fare musica e di cambiare impercettibilmente ma sensibilmente la vita di chi suona e di chi ascolta.

Senza porsi né obiettivi né strategie, T¥RSO si muove nel mare magnum della musica odierna annusando l’aria, guardandosi intorno, stringendo legami e attendendo che il tirso – nell’incontro e nello scambio fra persone – instilli ancora una volta una straordinaria forza vitale.

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