Fare parte di un festival è una bella sensazione. Soprattutto se non ci fai parte come singolo ma come collettivo, come piccolo organismo che si muove perché le cose avvengano al meglio.
Così ci è successo venerdì 3 maggio, quando T¥RSO è stato parte attiva dell’inaugurazione di quell’accadimento bellissimo che è Orlando Festival.
T¥RSO ha portato una performance inedita, scritta appositamente per l’occasione, seguendo la linea del tema dell’edizione di quest’anno di Orlando: le parentele extrafamigliari.
È nata così “Chthulucene. L’umana parentela”, l’azione performativa che Alexandra Lagorio (chitarra elettrica, oggetti) e Luca Barachetti (carriola preparata, gesti vocali, oggetti) hanno messo in scena, in un dialogo fra due strumenti tutt’altro che vicini fra loro, sfociato nell’entusiasmante rottura della scena finale, con il gioco di filo che ha coinvolto il (tanto) pubblico presente. Una performance che non sarebbe potuta avvenire com’è avvenuta, senza il supporto tecnico e logistico di Alessandro Adelio Rossi ed Enrico Ruggeri Zambaiti – quest’ultimo ha portato in “Chthulucene. L’umana parentela” anche la sua voce, insieme a quelle di Carmen Pellegrinelli e Sole Fontanella, che ringraziamo.
Le foto dicono meglio di tante parole, soprattutto per chi non c’era.
Ci auguriamo invece che chi c’era, con noi e con la squadra di Orlando (un gruppo di persone che sembra dotata di una gentile e accogliente indole generativa quasi naturale), si porti a casa una consapevolezza, anche piccola, per la vita: quel nostro ineluttabile essere umani uno per l’altro, in una difficile, fascinosa, spiazzante interdipendenza. Senza la quale non siamo – e nel futuro che ci aspetta – non saremo più umanità. Occhi negli occhi, braccia nelle braccia, corpi nei corpi.
(foto di Carlo Valtellina)
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